fotografia di Gianni Ansaldi
Antonio Balletto (1930-2008) dopo il liceo decide di dedicare la sua vita ad annunciare la buona notizia di una nuova vita in pienezza portata da Gesù di Nazareth agli ebrei e a tutti gli uomini. Entra nel seminario dei Preti della Missione di S. Vincenzo a Torino. Studia filosofia e teologia a Torino, a Roma (all’Angelicum) e a Genova. Giovane sacerdote, riceve l’incarico di insegnare e di dirigere il collegio teologico (allora internazionale) Brignole-Sale a Fassolo, dove l’ho conosciuto nel 1964. È uno studioso e docente che impressiona per la sua pacata serietà, per la sua grande biblioteca, ma soprattutto per la persuasività della suo quieto e coinvolgente argomentare, per la sua apertura a tutte le voci, di ogni provenienza, con cui è sempre pronto a confrontarsi, criticamente ma anche cordialmente.
La sua adesione al rinnovamento teologico e pastorale inaugurato dal Concilio Vaticano II lo mette presto in difficoltà nel contesto ecclesiale genovese, dominato da un Arcivescovo deciso a opporre resistenza al nuovo corso. Balletto nel 1966 lascia Genova, si trasferisce ad Albenga, dove insegna nel Seminario e forma un circolo informale ma vivacissimo di giovani aperti alla discussione di temi culturali, politici e religiosi. Poi insegna al Collegio Alberoni di Piacenza e, verso la metà degli anni ’70, torna parzialmente a vivere e ad insegnare a Genova, ancora allo Studio Teologico di Fassolo (adesso in verità assai ridimensionato).
Un’altra svolta importante è l’avventura della Casa Editrice Marietti, che prende a dirigere all’inizio degli anni ’80 e che con lui conosce una stagione di grande contributo a tutto campo alla cultura italiana, non solo rinnovando radicalmente e irrobustendo i tradizionali interessi filosofici e religiosi, ma aprendosi alla narrativa e alla saggistica internazionale e lanciando collane di dialogo interreligioso e interculturale, di approfondimenti della cultura ebraica, ma soprattutto (cosa allora assolutamente pioneristica) della cultura islamica.
Bruscamente estromesso da questa attività, Balletto, negli anni ’90 si dedica soprattutto ad un’opera sociale sul territorio ligure, dirigendo la Federazione Solidarietà e Lavoro, per animare il Terzo Settore e cercare così di rispondere (con proposte istituzionali concrete) ai bisogni di lavoro, di casa e di protezione delle fasce più deboli della popolazione, dei giovani, degli anziani, dei disabili, dei senza tetto, degli immigrati. Così anche nel breve periodo della partecipazione al Consiglio di indirizzo della Fondazione Carige. Una lotta, questa, spesso costellata di insuccessi, ma che lo fa apprezzare e ammirare per il suo coraggio e la sua instancabile assiduità da tutti i cittadini (e non) che condividono le sue preoccupazioni e le sue intenzioni.
Nella chiesa genovese Balletto decide di aiutare, quanto può, la parrocchia di San Siro, che in pieno centro storico vive sul fronte di tutte le contraddizioni sociali e umane della precarietà e del degrado. Inoltre si impegna per oltre vent’anni in un corso di teologia per “laici” tenuto nel quartiere popolare di S. Fruttuoso, dove conquista un pubblico folto, attento e fedele, dimostrando la sua straordinaria capacità di fare arrivare a tutti anche i temi più alti e ardui.
Un riconoscimento ufficiale della città per questo lavoro sociale viene nel 2005 con il conferimento del Grifo d’Oro del Comune di Genova. Tra il 2007 e il 2008, impedito di muoversi di casa dalla malattia, tiene ogni settimana sulle pagine locali della “Repubblica” una rubrica, dal titolo “Tra i tempi”, dove può mantenere un contatto indiretto ma allargato col suo pubblico, intervenendo con le sue riflessioni su temi del quotidiano, quanto della politica e della religione.
Tra i suoi scritti vanno ricordati soprattutto gli articoli pubblicati per decenni con cadenza mensile sulla rivista genovese “Il Gallo” e i saggi, in buona parte tratti dai contributi a “Il Gallo” e “La Repubblica”, raccolti nei volumi:
Una dimora nella verità,
Marietti, Casale Monferrato 1985;
Fare teologia, Il Gallo, Genova 1999;
Sulle strade del pensare per costruire ancora insieme
a cura di Aldo, Sabina e Stefano Errile, Liberodiscrivere, Genova 2008;
Tra i tempi. Un anno di riflessioni settimanali tra l’umano e il divino,
a cura di Gerardo Cunico, prefazione di Franco Manzitti, Diabasis, Reggio Emilia 2009;
Antonio Balletto, Piero Tubino, Sacerdoti nella città. Esperienze di umanesimo cristiano,
a cura di Salvatore Vento e Luca Rolandi, Diabasis, Reggio Emilia 2010.
La sua adesione al rinnovamento teologico e pastorale inaugurato dal Concilio Vaticano II lo mette presto in difficoltà nel contesto ecclesiale genovese, dominato da un Arcivescovo deciso a opporre resistenza al nuovo corso. Balletto nel 1966 lascia Genova, si trasferisce ad Albenga, dove insegna nel Seminario e forma un circolo informale ma vivacissimo di giovani aperti alla discussione di temi culturali, politici e religiosi. Poi insegna al Collegio Alberoni di Piacenza e, verso la metà degli anni ’70, torna parzialmente a vivere e ad insegnare a Genova, ancora allo Studio Teologico di Fassolo (adesso in verità assai ridimensionato).
Un’altra svolta importante è l’avventura della Casa Editrice Marietti, che prende a dirigere all’inizio degli anni ’80 e che con lui conosce una stagione di grande contributo a tutto campo alla cultura italiana, non solo rinnovando radicalmente e irrobustendo i tradizionali interessi filosofici e religiosi, ma aprendosi alla narrativa e alla saggistica internazionale e lanciando collane di dialogo interreligioso e interculturale, di approfondimenti della cultura ebraica, ma soprattutto (cosa allora assolutamente pioneristica) della cultura islamica.
Bruscamente estromesso da questa attività, Balletto, negli anni ’90 si dedica soprattutto ad un’opera sociale sul territorio ligure, dirigendo la Federazione Solidarietà e Lavoro, per animare il Terzo Settore e cercare così di rispondere (con proposte istituzionali concrete) ai bisogni di lavoro, di casa e di protezione delle fasce più deboli della popolazione, dei giovani, degli anziani, dei disabili, dei senza tetto, degli immigrati. Così anche nel breve periodo della partecipazione al Consiglio di indirizzo della Fondazione Carige. Una lotta, questa, spesso costellata di insuccessi, ma che lo fa apprezzare e ammirare per il suo coraggio e la sua instancabile assiduità da tutti i cittadini (e non) che condividono le sue preoccupazioni e le sue intenzioni.
Nella chiesa genovese Balletto decide di aiutare, quanto può, la parrocchia di San Siro, che in pieno centro storico vive sul fronte di tutte le contraddizioni sociali e umane della precarietà e del degrado. Inoltre si impegna per oltre vent’anni in un corso di teologia per “laici” tenuto nel quartiere popolare di S. Fruttuoso, dove conquista un pubblico folto, attento e fedele, dimostrando la sua straordinaria capacità di fare arrivare a tutti anche i temi più alti e ardui.
Un riconoscimento ufficiale della città per questo lavoro sociale viene nel 2005 con il conferimento del Grifo d’Oro del Comune di Genova. Tra il 2007 e il 2008, impedito di muoversi di casa dalla malattia, tiene ogni settimana sulle pagine locali della “Repubblica” una rubrica, dal titolo “Tra i tempi”, dove può mantenere un contatto indiretto ma allargato col suo pubblico, intervenendo con le sue riflessioni su temi del quotidiano, quanto della politica e della religione.
Tra i suoi scritti vanno ricordati soprattutto gli articoli pubblicati per decenni con cadenza mensile sulla rivista genovese “Il Gallo” e i saggi, in buona parte tratti dai contributi a “Il Gallo” e “La Repubblica”, raccolti nei volumi:
Una dimora nella verità,
Marietti, Casale Monferrato 1985;
Fare teologia, Il Gallo, Genova 1999;
Sulle strade del pensare per costruire ancora insieme
a cura di Aldo, Sabina e Stefano Errile, Liberodiscrivere, Genova 2008;
Tra i tempi. Un anno di riflessioni settimanali tra l’umano e il divino,
a cura di Gerardo Cunico, prefazione di Franco Manzitti, Diabasis, Reggio Emilia 2009;
Antonio Balletto, Piero Tubino, Sacerdoti nella città. Esperienze di umanesimo cristiano,
a cura di Salvatore Vento e Luca Rolandi, Diabasis, Reggio Emilia 2010.